Il pacifinto è quel soggetto e/o movimento che traduce tutto in pacifismo, parla pacifismo, interpreta
pacifismo, laddove in verità non è proprio portato per la pace, ma solo per la provocazione. Il pacifinto
non vuole in realtà la pace, ma vuole l’affermazione di una ragione che non esiste, e per ottenerla è
capace di allearsi con il peggior nemico dell’avversario. Il pacifinto, in altre parole, non ha una propria nazionalità, non ha una propria scala di valori, ma sposa quelli altrui, soprattutto se contrastano con i valori occidentali. Perché il pacifinto fondamentalmente è un anti-occidentale e detesta tutto quello che ha a che vedere con l’occidente, inteso come cultura europea-americana. Ma di questo aspetto ne parlerò più avanti.L’elemento dominante nel pacifinto è l’esaltazione del pacifismo. Il pacifismo è una corrente di pensiero secondo la quale non è importante la pace, quanto la lotta per essa. Non importa perciò se questa è realmente raggiunta o raggiungibile. Importa che si possa lottare per raggiungerla. In questo senso, il pacifinto non lotta per la pace, ma lotta per il pacifismo. Per il pacifinto, poi, è importante che non ci sia l’armonia fra i popoli, altrimenti verrebbe a mancare l’humus ove egli germoglia e si riproduce. Ecco perché il pacifinto sovente, per propugnare le proprie idee pacifinte, non esita a utilizzare la violenza e la mistificazione pur di perseguire il suo obiettivo; è fondamentale che il pacifinto parli di pace, ma agisca da guerriero. Per lui (loro), la protesta è la sua (loro) ragione di esistere; se non ci fosse protesta, egli (o loro) non esisterebbe(ro). Il pacifinto, oggi, è per lo più una religione laica, caratterizzata – come ho detto – da forti connotati anti-occidentali. Nato nell’occidente, all’ombra dei princìpi democratici, il pacifinto è capace di sostenere qualsiasi causa se questa è utile per andare contro l’occidente e la civiltà occidentale. Non importa poi se essa è a sua volta sostenuta da illiberali o antidemocratici, se è caratterizzata dall’estremismo religioso o dall’avversione per la religione o cultura altrui. Davvero. Importa solo che sia anti-occidentale, sia anti-europea e anti-americana, e a maggior ragione sia anti-israeliana. Perché oggi va di moda, per il pacifinto, condannare Israele, mentre è fuori moda condannare le violenze in Cina, in Birmania, a Cuba, in Iran e così via. Il motivo è evidente: questi paesi sono fondamentalmente anti-occidentali, dunque idealmente vicini al pacifinto, mentre Israele è l’incarnazione dell’occidente, meglio: dell’arroganza occidentale, nel medioriente. Il pacifinto adora il pacifismo ed è parente stretto del buonismo. Pacifinto e buonismo sono i due figli dell’ipocrisia occidentale germogliata e cresciuta all’ombra del comunismo. Perché v’è anche da dire che il pacifinto è sempre di sinistra. Un tempo, dicevasi comunista; oggi il termine è passato di moda e quasi quasi non è più politicamente corretto. Ecco perché il pacifinto è facile trovarlo nei luoghi ove è solitamente frequentato dai nostalgici della falce e martello, nei centri sociali, nelle aule universitarie di studenti annoiati e fuori corso, nelle sedi sindacali e in generale nei settori della società versati alla lagna più che all’agire. Il pacifinto vive in questa selva intricata di luoghi comuni, di propaganda elettorale, di nostalgia per la lotta e la rivoluzione; proprio lui che invece predica di fare la pace e non fare la guerra.
In ogni caso, il pacifinto è caratterizzato da una coerenza integrale e granitica, la quale è regolata dal seguente principio: il nemico del mio nemico è mio amico. Il che significa che se il nemico del pacifinto è l’occidente, allora l’amico è il nemico dell’occidente. A ben vedere, l’idea non è così peregrina: avete mai visto un pacifinto protestare per il diritto di Israele di esistere e difendersi? Avete mai visto un pacifinto protestare perché i Talebani vessavano, umiliavano e schiavizzavano le loro donne? Avete mai visto un pacifinto denunciare la dittatura cubana o irachena? Avete mai visto un pacifinto protestare contro il regime nordocoreano o quello birmano? O quello iraniano? Credo proprio di no. Perché questi sono tutti esempi di “nemico del tuo nemico”, il quale può considerarsi per questo “tuo amico”.
Insomma, nel mondo, il pacifinto è colui che lotta contro le ingiustizie, ma solo quelle che egli o loro ritengono tali. E’ ingiusto perciò che Israele si difenda contro un regime terroristico; è ingiusto che gli USA e l’Europa abbiano spazzato via in Afghanistan il regime dei Talebani; è ingiusto che il regime di Saddam Hussein sia stato decapitato; è ingiusto che in Italia e nell’occidente si attuino politiche migratorie più severe e meno buoniste. Per il pacifinto però non è ingiusto come vengono trattate le donne nei paesi islamici, come viene trattata la libertà religiosa e quella di opinione nei regimi autoritari e teocratici. Perché il pacifinto crede nell’autodeterminazione dei popoli, e per difendere questo principio è disposto anche a violare norme internazionali, norme precauzionali, norme che servono a un popolo per tutelarsi e per tutelare la propria indipendenza e democrazia. E’ un paradosso – sì – ma non per il pacifinto. Che ci potete fare?
sabato 5 giugno 2010
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