mercoledì 21 aprile 2010
Stefano Magni: Sdoganare una Siria che passa i missili agli Hezbollah?
E’ veramente possibile sdoganare la Siria? Considerato Stato canaglia fino al 1990, quando fu cooptata nella grande alleanza contro Saddam Hussein, i rapporti fra il regime di Assad (ancora ufficialmente in guerra con Israele) e le democrazie occidentali hanno vissuto fasi alterne. Le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti si erano interrotte del tutto nel 2005, dopo l’assassinio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, omicidio attribuito ai servizi segreti siriani. Ma con l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama si è aperta una nuova era di distensione. Gli Usa hanno riaperto l’ambasciata a Damasco (anche se la nomina dell’ambasciatore attende l’approvazione del Senato) e il le relazioni diplomatiche sono state riaperte. Anche l’Italia è impegnata in questo percorso di graduale riavvicinamento, prima con la visita del presidente Napolitano in Siria, poi con l’impegno del premier Berlusconi per uno scambio di visite fra i due governi a Damasco e Roma. L’Italia ha persino fatto propria la causa del Golan, parte integrante del territorio nazionale israeliano, di cui la Siria vorrebbe ritornare in possesso. Ma Assad vuole veramente la pace con Israele? Il dubbio si è rafforzato il 25 febbraio scorso, quando il dittatore siriano si è incontrato, a Damasco, con il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah e con il capo politico di Hamas, Khaled Meshaal. Cosa abbiano discusso i quattro non è dato saperlo. Ma si sono visti gli effetti. Già due settimane fa, i servizi segreti israeliani denunciavano il trasferimento di missili Scud siriani alle milizie Hezbollah nel Sud del Libano. Si tratta di una palese violazione della Risoluzione Onu 1701 che, nel 2006, pose fine alla Seconda Guerra Libanese e prescrisse il disarmo di tutte le milizie irregolari nel Paese dei Cedri. Il trasferimento dei missili, poi, costituisce un pericoloso salto di qualità nel riarmo della milizia sciita filo-iraniana. I missili messi loro a disposizione dalla Siria potrebbero minacciare tutto il territorio dello Stato ebraico, Tel Aviv, Gerusalemme ed Eilat comprese. La settimana scorsa, il presidente israeliano Simon Peres ha accusato ufficialmente Damasco di fornire i missili a Hezbollah. E a questo punto gli Stati Uniti sono intervenuti. Ieri il Dipartimento di Stato di Washington ha convocato il rappresentante diplomatico siriano Zouheir Jabbour per esprimere la condanna americana “il trasferimento di ogni tipo di armamento, specialmente missili balistici quali gli Scud, dalla Siria agli Hezbollah”. Forse è prematuro cercare di sdoganare
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