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venerdì 26 novembre 2010

La regione Veneto destina 2,2 milioni alle Chiese: «uniche risorse di valori».

La regione Veneto, su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Massimo Giorgetti (PDL), ha approvato un versamento di 2,2 milioni di euro finalizzati al restauro e alla manutenzione di Chiese e Oratori. Anche il Veneto, così come l’amministrazione del PD della regione Umbria (vedi Ultimissima 29/10/10http://antiuaar.wordpress.com/2010/10/29/la-regione-umbria-destina-100mila-euro-agli-oratori/), riconosce il grande apporto della religione cattolica e della Chiesa alla società italiana. Giorgetti infatti, riporta la Cronaca di Verona e del Venetohttp://www.web4admin.com/pdf/RXNarGdz9f4nivKkogZT.pdf, afferma che: «le chiese, i patronati e gli istituti religiosi delle nostre città sono luoghi unici di dialogo e di incontro, dove vengono trasmessi, soprattutto ai giovani, quei valori e quegli ideali che appartengono alla nostra storia e alla nostra cultura, o dove le persone anziane hanno la possibilità di ritrovarsi e di stare insieme, superando la solitudine».

La Corea del Nord attacca Seul: l’ateismo comunista torna a far tremare il mondo.

Il comunismo ateo macina ancora oggi violenza e ideologia: la Corea del Nord ha attaccato la Corea del Sud, spaventando il mondo. L’attacco di Pyongyang, riporta il Corriere della Serahttp://www.corriere.it/esteri/10_novembre_23/coree-scambio-colpi-artiglieria_97a71906-f6c9-11df-ba4f-00144f02aabc.shtml, è stato «intenzionale e pianificato» e costituisce una «chiara violazione dell’armistizio» tra le due Coree. Intanto è stata immediata la reazione dal principale partner economico della Corea del Nord, vale dire la Cina (anch’essa guidata ufficialmente dall’ateismo governativo), che si è detta «preoccupata» per la situazione venutasi a creare tra le due Coree. La questione è ancora più preoccupante poiché giorni fa Il Giornalehttp://www.ilgiornale.it/esteri/corea_nord_scienziato_usa_ho_visto_nuovo_impianto_atomico/22-11-2010/articolo-id=488569-page=0-comments=1 aveva informato che la Corea del Nord ha costruito «rapidamente e in segreto» un nuovo impianto nuclerare dove, secondo i nordcoreani, sono già state installate 2.000 centrifughe. Totalitarismi atei alla riscossa e il mondo trema.

L’Ospedale di Padre Pio all’avanguardia nella ricerca scientifica mondiale.

Uno dei più grandi Policlinici d’Italia è la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (provincia di Foggia), struttura sanitaria creata ed inaugurata da Padre Pio il 5 maggio 1956 (qui il sito internet)http://www.operapadrepio.it/it/content/blogcategory/51/109/. Chiamato nel mondo “l’Ospedale di Padre Pio”, è un “ospedale religioso classificato” ad elevata specializzazione, dove regnano “preghiera, scienza e carità per il sollievo della sofferenza”. Wikipediahttp://it.wikipedia.org/wiki/Casa_Sollievo_della_Sofferenza lo descrive come «uno dei più grandi Policlinici d’Italia ed un importante punto di riferimento assistenziale e di ricerca scientifica per tutto il Centro-Sud. Dispone di circa 1000 posti letto suddivisi tra 30 reparti di degenza medici e chirurgici, 50 specialità cliniche con un “catalogo” di circa 4300 prestazioni diagnostiche e terapeutiche, alcune delle quali si possono eseguire in Italia in pochissimi altri centri di eccellenza altamente specializzati». In stretto contatto con il Ministero della Salute, e con i più importanti poli di ricerca italiani ed europei, si occupa anche di ricerca clinica, in particolare nel settore della genetica e delle malattie eredo-familiari. L’opera rispecchia fedelmente il pensiero di Padre Pio, il quale aveva infatti intuito, già 50 anni fa, che la ricerca deve costituire parte integrante dell’impegno professionale dei medici in genere, in particolare di quelli della “Casa”, e parte attiva del progresso scientifico. Si spese anche perché i risultati della ricerca scientifica venissero direttamente trasferiti al letto del malato. Intervenendo al convegno organizzato a Roma dall’istituto, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha dichiarato che «programmi, specie quelli sullo studio delle cellule staminali adulte, hanno fatto dell’istituto garganico un ente all’avanguardia nella ricerca mondiale». Zenit.ithttp://www.zenit.org/article-24522?l=italian rivela che durante il convegno Angelo Vescovihttp://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Vescovi, genetista di fama internazionale e direttore scientifico dell’ospedale di Padre Pio, ha presentato l’ultima iniziativa: attraverso una piccola donazione (per le varie modalità consultare il sito: www.adottaunacellula.it)http://www.adottaunacellula.it/, potranno essere adottate le cellule staminali cerebrali necessarie a sperimentare sui pazienti una cura per le malattie degenerative. Il ministro Fazio ha poi concluso: «L’istituto di San Giovanni Rotondo si tratta di un’istituzione che punta sulla qualità, in essa abbiamo insieme il passato e il presente, l’uomo e la ricerca, elementi fondamentali che ci piacerebbe mettere a sistema per l’intera sanità».

Quel Pirandello dall’animo religioso…

Guido Davico Boninohttp://it.wikipedia.org/wiki/Guido_Davico_Bonino è un critico letterario, critico teatrale italiano e accademico di storia del teatro all’Università di Torino. Per l’approssimarsi del Natale, ha pubblicato un volumetto nel quale raccoglie le Novelle per un anno di Luigi Pirandello. Un genio inserito in tutte le liste degli “atei celebri”. Davico ha scelto e ordinato nove racconti legati dal filo del Natale o comunque dal problema della fede o al tema della Chiesa, intitolato Sogno di Natale e altri raccontihttp://www.interlinea.com/schedenovita/Pirandello,sogno-di-natale.htm. Il testo è recensito da Avvenire: «Il Cristo che batte invano alle porte dei palazzi e dei tuguri per vedere se Gesù Bambino vi sia ben accolto, trovando ovunque risposte deludenti, palesa il pessimismo dell’autore non sulla figura del Salvatore, ma sulla sordità degli uomini nei confronti del suo messaggio». Emerge la posizione di un Pirandello da una forte sensibilità religiosa, come altri studiosi hanno accennato (Umberto Colombo, Antonio Sichera), Davico tratta il tema con grande equilibrio, parlando di un Pirandello laico ma aperto al dialogo con l’Oltre. Al fascino di Cristo non potè sottrarsi neanche il grande “laico” Jean-Paul Sartre (vedi Ultimissima 11/5/10http://antiuaar.wordpress.com/2010/05/11/quando-jean-paul-sartre-scrisse-della-nativita-di-cristo/)

New York University: la teoria di Darwin non è più sostenuta dalla geologia.

Come sappiamo, la teoria del darwinismo è l’argomento principale con cui gli atei moderni giustificano la loro posizione esistenziale. Eppure non occorre certo essere dei creazionisti per riconoscere quanto la teoria di Darwin sia, anno dopo anno, sempre più barcollante e sempre meno utilizzata dal panorama scientifico per spiegare il processo evolutivo, nonostante l’accanimento di personaggi come Richard Dawkins. Uno dei colpi più importanti di quest’anno alla intoccabile ipotesi scientifica era stato sferrato dal duo evoluzionista Palmarini-Piattelli/Fodor (entrambi atei e quindi non tacciabili di creazionismo), con il loro scandaloso libro: Gli errori di Darwinhttp://antiuaar.wordpress.com/2010/04/01/scienziati-atei-bocciano-darwin/, nel quale dichiaravano esplicitamente che il neodarwinismo è morto e non resuscitabile. Ma in questi giorni è arrivata una cannonata più violenta: «la teoria dell’evoluzione graduale formulata da Charles Darwin non è più compatibile con la storia geologica». Questa intollerante dichiarazione non è partita da un fanatico promotore del movimento creazionista americano, ma dall’illustre geologo Michael Rampinohttp://biology.as.nyu.edu/object/MichaelRampino.html dell’Università di New York, nel suo saggio pubblicato dalla rivista Historical Biology (qui un estratto)http://www.informaworld.com/smpp/content~db=all~content=a929278486~frm=abslink l’8 novembre 2010 e ripreso dalle maggiori riviste e siti internet di divulgazione scientifica.
Il sito internet della New York University, informa che Rampino sostiene una teoria più precisa dell’evoluzione graduale, che postula il fatto che siano stati lunghi periodi di stabilità evolutiva a causare le estinzioni di massa, così come proposto dallo scozzese Patrick Matthewhttp://www.nyu.edu/about/news-publications/news/2010/11/09/darwins-theory-of-gradual-evolution-not-supported-by-geological-history-nyu-scientist-concludes-.html prima di Darwin. Lo scienziato ha dichiarato: «Matthew ha scoperto e divulgato l’idea della selezione naturale, applicata all’origine delle specie, e l’ha collocata nel contesto di un risultato geologico caratterizzato da estinzioni di massa catastrofiche, seguite da adattamenti relativamente rapidi». Continua Rampino: «Alla luce della recente accettazione dell’importanza verso le catastrofiche estinzioni di massa nella storia della vita, forse è il momento di riconsiderare il punto di vista evolutivo di Patrick Matthew, tanto più in linea con le idee presenti riguardanti l’evoluzione biologica rispetto a quelle di Darwin».
Nel suo “Naval Timber and Arboriculture” del 1831, Matthew descrisse la teoria della selezione naturale in una modalità che venne ripresa da Darwin successivamente (nonostante sia Darwin che Wallace ammisero questo, gli storici attribuirono a loro la genesi della teoria). Ma mentre Matthews spiegò questo processo concentrandosi sugli eventi catastrofici e le estinzioni di massa come fattori primari nel processo evolutivo, Darwin nel suo “L’origine delle specie” (scritto circa 30 anni dopo) rifiutò esplicitamente il ruolo del cambiamento catastrofico nella selezione naturale e delineò una teoria evolutiva basata sulla continua lotta per la sopravvivenza tra gli individui all’interno delle popolazioni di specie (quindi cambiamenti graduali nelle caratteristiche degli organismi sopravvissuti).
Tuttavia, come nota Rampino, «la storia geologica è segnata da lunghi periodi di stabilità punteggiati da grandi cambiamenti ecologici verificatisi sporadicamente e rapidamente». Per questo sempre più scienziati evoluzionisti sono concordi nel mettere in dubbio la teoria di Darwin basata sul «processo molto graduale di competizione tra gli organismi e dell’adattamento ad un ambiente relativamente stabile»
Sperando che questi risultati non incoraggino ulteriormente i creazionisti, non si può non constatare come l’unico argomento dell’ateismo scientifico sia ormai preso continuamente di mira dalla scienza stessa. Ricordiamo che Matthew era convinto di una Benevolenza in natura, di una casualità intelligente, che lui stesso definiì come “Provvidenza”. La sua visione religiosa è riassumibile nella cosiddetta “Teologia naturale”: vedi Wikipediahttp://en.wikipedia.org/wiki/Patrick_Matthew#Natural_theology e Ucmp.comhttp://www.ucmp.berkeley.edu/history/matthew.html
La notizia, data la sua grande rilevanza, è stata pubblicata anche da questi canali di divulgazione scientifica, con il titolo “La teoria dell’evoluzione graduale di Darwin non è supportata dalla storia della geologia”: Archaeology Daily Newshttp://www.archaeologydaily.com/news/201011115510/Darwins-theory-of-gradual-evolution-not-supported-by-geological-historyscientist-concludes.html, Science Centrichttp://www.sciencecentric.com/news/10111036-darwin-theory-gradual-evolution-not-supported-by-geological-history.html, Science Dailyhttp://www.sciencedaily.com/releases/2010/11/101109133151.htm, LabSpacehttp://www.labspaces.net/107575/Darwin_s_theory_of_gradual_evolution_not_supported_by_geological_history, Science Newshttp://esciencenews.com/articles/2010/11/09/darwins.theory.gradual.evolution.not.supported.geological.history.nyu.scientist.concludes, Science Bloghttp://scienceblog.com/40040/darwins-theory-of-gradual-evolution-not-supported-by-geological-history-nyu-scientist-concludes/, Physorg.comhttp://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:iNlv0xp-7jgJ:www.physorg.com/pdf208532639.pdf+Michael+Rampino+darwin&cd=20&hl=it&ct=clnk&client=firefox-a, Science 2.0http://www.science20.com/news_articles/gradual_evolution_not_supported_geological_history_says_geologist, Scientific Computinghttp://www.science20.com/news_articles/gradual_evolution_not_supported_geological_history_says_geologist.

Le gemelle siamesi sono felici: scandalo per gli abortisti.

Il 7 marzo 1990 nel Minnesota, Stati Uniti, nascono due vite in un solo corpo. Gambe e bacino sono in comune mentre la spina dorsale e la testa sono separate. Bastano queste poche righe perché coloro che ritengono la vita (compresa la propria) una casualità inutile priva di ogni significato (“Il mondo senza Dio sarebbe una favola raccontata da un’idiota in un accesso di furore”, diceva Shakespeare), si imbestialiscano contro quei medici criminali che non sono intervenuti tramite l’aborto. Com’è possibile -si chiederanno- che questa possa essere una vita dignitosa? Bisognava sopprimere questo corpo! Per fortuna però che la madre, Lisa Chamberlain, non mai fatto questi assurdi ragionamenti, anzi, come disse ad un giornale inglese, «queste gemelle sono un dono di Dio, e siamo determinati a dar loro la possibilità di vivere». Abby e Brittany sono uno scandalo in Inghilterra. Frequentano l’università, guidano l’automobile, corrono, si truccano e frequentano i loro amici, che le descrivono come “dotate di grande forza d’animo”. La loro vita è un appello alla coscienza della società che oggi impedisce la nascita di tanti esseri umani per il fatto che le loro vite, secondo alcuni, non hanno o potranno avere alcun significato, non sono desiderati dai genitori e dalla società, non sono “normali”. Ma la dignità della vita non sta certo in questi fattori, come dimostra la storia di Abby e Brittany, le quali vivono molto più profondamente e serenamente di tanti militanti abortisti. L’articolo di riferimento è apparso su Religion En Libertadhttp://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=12086.

ABC: «Il vicepremier ateo Nick Clegg sulla via della conversione grazie alla moglie»

Il quotidiano spagnolo ABC afferma che “come Cherie Blair [moglie di Tony] fu determinante nella conversione al cattolicesimo del marito, così Miriam Gonzalez è sulla buona strada per fare lo stesso con Nick Clegg“, guida del partito Liberal Democratico e vice-primo ministro del Regno Unito. Come esistono tanti politici che si dichiarano “cattolici” per convenienza, in Inghilterra va di moda dichiararsi pubblicamente “atei”. Così ha fatto Clegg durante un’intervista ad un radio inglese, nonostante -riporta ABC- il vice premier venga visto andare a Messa ogni domenica con moglie e figli (tant’è che i quotidiani continuano a chiedersi: Why’s Clegg in church if he’s not a believer?)http://www.thefirstpost.co.uk/62323,people,news,whys-lib-dem-leader-nick-clegg-in-church-if-hes-not-a-believer. Come informavamo nell’Ultimissima del 20/10/10,http://antiuaar.wordpress.com/2010/10/20/il-vice-premier-ateo-nick-clegg-manda-i-figli-in-una-scuola-cattolica/ Clegg è anche d’accordo con la moglie nell’iscrivere i loro figli in una prestigiosa scuola cattolica inglese, la London Oratory School. Più volte il vice premier ha dichiarato di voler educare i suoi figli al “cattolicesimo” e per questo entrambi hanno ricevuto i sacramenti nella parrocchia di Nostra Signora della Misericordia e S. Simone Stock, nel sobborgo londinese di Putney in cui vivono. Nick, come ovviamente la moglie Miriam sono rimasti entusiasti in occasione dell’incontro personale che hanno avuto con Benedetto XVI durante la sua visita in Gran Bretagna. Il quotidiano rivela anche che Sua Santità si è intrattenuto particolarmente con Nick, scambiando qualche parola in più con lui rispetto alle altre autorità. Qualcuno dice che parlavano in tedesco.

domenica 14 novembre 2010

I cattolici superano anglicani e protestanti in Inghilterra e Germania.

Il recente viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito ha fornito occasioni di confronto con i protestanti anche in termini di numeri. In Inghilterra, “patria” storica della confessione Anglicana, nonostante i cattolici siano una minoranza (10%) -anche se in continua crescita-, sorpassano nella partecipazione alla vita religiosa gli Anglicani. In Germania invece, “patria” di Lutero, i cattolici nel 2009 sono diventati piu’ numerosi dei protestanti (24,9 milioni contro 24,2). Le percentuali dal 1950 al 2009 confermano che i protestanti tedeschi sono calati del 42,7% mentre i cattolici sono aumentati del 7,3%. La notizia è riprotata su Il Gazzettino.

L’UAAR ossessiona Napolitano, ma lui preferisce scrivere al Papa.

Avendo finito i fondi per scrivere inutili scemenze sugli autobus, l’associazione atea e, si dice, pure razionalistica, più importante di via Ostiense a Roma sta tentare di farsi conoscere  (dopo 25 anni di attività quotidiana), massacrando di lettere (e regalini) il Presidente Napolitano. E’ accaduto quando il capo lupetto Carcano e i suoi scagnozzi sono stati fermati e schedati dalla Digos il 20 settembre scorso. Si erano infatti presentati, con tanto di bandiere, cappellini e mutandoni rigorosamente atei, alla  Giornata di memoria della breccia di Porta Pia, creando una manifestazione non autorizzata. Volevano infatti impedire che il Segretario di Stato Vaticano, invitato dal Comune di Roma, facesse il suo discorso e pretendevano la concessione di uno spazio per dire qualcosa di intelligente anche loro. Forse è per questo che la Digos -scettica sulle capacità uaarine- ha impedito a loro di inscenare un momento di puro folklorismo e fanatismo, requisendo, schedando e trattenendo  i loro documenti fino al termine della manifestazione (vedi Ultimissima 21/9/10)http://antiuaar.wordpress.com/2010/09/21/i-capi-delluaar-trattenuti-e-schedati-dalla-digos/.
In quell’occasione il leader uaarino ha inveito pesantemente contro Napolitano, scrivendo una lettera peperina ai suoi compagni di lotta: «Credo che, di fronte all’eliminazione di ogni forma possibile di dissenso e al completo abbandono dei principi costituzionali da parte delle autorità italiane presenti, si possa parlare tranquillamente di negazione del pluralismo e di fuoriuscita dalla democrazia con il solenne avallo del nostro presidente della Repubblica». Tanta razio e tanta ironia su Giorgio Napolitano quindi… ma passano solo due giorni e l’UAAR, orecchie abbassate, cambia strategia: invia una lettera solenne al Capo dello Stato (con tanto di bandierina dell’associazione), in cui scrive: «Nutro la speranza che Ella possa e voglia incontrare una nostra delegazione, per essere solidale con gli oltre dieci milioni di italiani non credenti, i cui diritti – e oggi parrebbe anche la loro stessa esistenza– vengono costantemente negati. Mi auguro, ci auguriamo, che Ella dia voce a quelle istanze di laicità che avremmo desiderato riaffermate proprio il 20 settembre 2010». E il “solenne avvallo” del Capo della Repubblica fanno finta di non ricordarselo? Ella, cioè Napolitano, ha ovviamente ignorato tutta la faccenda e la stampa non ha riportato alcuna previsione di incontri con la delegazione (e questo è positivo perché significa che il nostro Presidente non ha molto tempo da perdere…).
Passano meno di 30 giorni e l’UAAR torna a piagnucolare da Napolitano. Lo fa in merito alle presunte dichiarazioni del ministro Frattini contro gli atei. Sul sito uaarino appare una spassosissima lettera dove vengono chieste addirittura le dimissioni di Frattini!!! Evidentemente non c’è limite all’autoironia… Nello scritto ci si augura che Napolitano faccia un «autorevole intervento nei confronti dell’On. Frattini affinché ritiri le sue dichiarazioni o, in caso contrario, si dimetta, perché le sue idee sono chiaramente incompatibili con la carta costituzionale, bla bla bla….». Chiudono poi a mò di ricatto: «Sarà comunque cura dell’associazione dare il massimo risalto, nazionale e internazionale, a espressioni indegne dell’incarico rivestito» (del tipo: se non intervieni tanto lo facciamo sapere…). L’UAAR si impegna così a dare “massimo risalto nazionale (e internazionale!!) alla notizia”, e quindi quando il gioco si fa duro…: ecco che appaiono immediatamente nientepopodimeno che ben due paginette su Facebook, un paio di utenti riportano subitissimo la notizia sul loro blog e qualche link è repentinamente condiviso su un pugno di aggregatori di notizie (senza contare noi stessi che, quasi impietositi, ne stiamo parlando). E questi vogliono far dimettere Frattini?? Dimostrata la potenza (nazionale ed internazionale) dello sforzo intestinale dell’UAAR, inutile dire che Napolitano non ha dato alcun segno di vita, nè ovviamente si è sognato di prendere sul serio l’assurdità richiesta. Probabilmente invece il ministro Frattini non è neppure venuto a conoscenza di queste idiozie che lo riguardano.
Così, mentre l’UAAR elemosina un briciolo di attenzione dalla società e dal Capo dello Stato, Napolitano prende carta e penna e decide di scrivere una bellissima lettera di vicinanza a Benedetto XVI, esprimendo il «più sentito cordoglio per i tragici eventi che hanno colpito la comunità cattolica in Iraq, vittima, anche in questa dolorosa circostanza, di una cieca barbarie che ferisce profondamente ogni civile coscienza e nega il valore fondamentale del dialogo tra le religioni e le culture» (vedi Corriere della Sera)http://www.corriere.it/politica/10_novembre_02/napolitano-cordoglio-papa-vittime-cattoliche-uraq_560a87e4-e6c0-11df-a903-00144f02aabc.shtml. Valore fondamentale a cui l’UAAR si oppone strenuamente, tra l’altro. Conclude Napolitano: «Desidero far giungere alla comunità cattolica irachena i sentimenti di partecipata solidarietà e sincera vicinanza da parte dell’intera nazione italiana». Anche settimana scorsa il Capo dello Stato ha scritto un altro messaggio al Santo Padre: «Al rientro dal Suo viaggio Apostolico in Spagna, desidero rivolgerLe un cordiale saluto di benvenuto. La Sua missione pastorale è stata, anche in questa circostanza, fonte d’ispirazione attraverso parole che hanno toccato i sentimenti di tutti gli uomini di buona volontà. Con rinnovata considerazione, Le rivolgo il mio affettuoso pensiero».
Finché non esisteranno atei equilibrati, rispettosi e civili (eccezioni a parte ovviamente), né la politica, né la Chiesa stessa, avranno la possibilità di avviare dialoghi seri e costruttivi con essi per la cooperazione al bene comune della società. Siamo convinti che l’UAAR faccia male all’ateismo come le sette fanatiche protestanti fanno male al cristianesimo, per questo invitiamo veri atei e agnostici (se ancora ne esistono) a scriverci a uccrsitonazionale@gmail.com, per condividere le rispettive posizioni e avviare una fruttuosa collaborazione.

Il Presidente Parlamento europeo: «ruolo chiave della Chiesa Cattolica nella lotta alla povertà»

Lunedì 25 ottobre il Presidente del Parlamento Europeo, Jerzy Buzekhttp://it.wikipedia.org/wiki/Jerzy_Buzek, è stato ricevuto in udienza privata in Vaticano da Papa Benedetto XVI. Prima della visita, il Presidente Buzek ha dichiarato: «Questo è l’Anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale. Questa visita è un riconoscimento al ruolo chiave della Chiesa cattolica nella lotta a questi mali». Buzek ha continuato: «Le azioni della Chiesa cattolica non solo danno rifugio e conforto ai più marginalizzati nella nostra società, ma aiutano anche a diffondere un forte messaggio di solidarietà, uno dei principi fondanti dell’Unione europea. In un momento di difficoltà economiche, questo è un messaggio cruciale». La notizia è apparsa su Zenit.http://www.zenit.org/article-24222?l=italian

lunedì 8 novembre 2010

Carità, la richiesta di aiuto degli ebrei a Pio XII!

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha criticato aspramente la fiction “Sotto il cielo di Roma”, dedicata al terribile inverno del 1943, all’occupazione tedesca della capitale, all’orribile razzia nel ghetto ebraico e al ruolo di Papa Pacelli. Di Segni, intervistato dal mensile “Shalom”, ha definito la fiction “una patacca propagandistica, un’opera apologetica”, giudicandola “carente, piena di errori e imprecisioni”, e “assolutoria su scelte, vicende e silenzi del papato di Pio XII che sono ancora oggetto di studi e che ancora attendono di essere vagliate alla luce dei documenti non ancora resi pubblici dagli archivi vaticani”. A proposito di documenti, ne segnalo uno, reso noto nei volumi di Actes et Documents du Saint Siege relativi alla Seconda Guerra mondiale. Si tratta dell’appello inviato a Pio XII il 27 ottobre 1943, 11 giorni dopo la razzia del ghetto, dal rabbino David Panzieri, che aveva sostituito Israel Zolli. Questo è il testo del messaggio:
“È a nome dell’intera comunità israelitica di Roma, che ci permettiamo rivolgere al Santissimo Padre la più ardente preghiera affinché dall’altissimo seggio possa degnare migliaia di anime, sofferenti il dramma più grande che la forza del male abbia concepito su questa terra, con il Suo paterno intervento, commuovere chi per fini troppo solamente terreni, compl il ratto, che mortificherà per millenni il genere umano, e possa dal paterno suggerimento, comprendere che per gli stessi fini terreni, il ritorno delle vittime alle loro famiglie, potrà solo essere mezzo umano per elevare a Dio la richiesta per l’attuazione di aspirazioni terrene. Qualora si osi rifiutare al supremo suggerimento del Santissimo Padre, che almeno si permetta ai famigliari oppressi in una vita di dolore che nessun tempo conobbe, di poter inviare a questi martiri i loro indumenti. Bambini lattanti, bambini nei primi anni della vita, tante e tante donne e molte con nuove vite nel seno, vecchi e vecchie, vennero presi dai loro letti con indumenti succinti e rispondenti al termine di un’estate. L’inverno ha il suo inizio, Santissimo Padre, che almeno lo strazio, dramma di tanta gente che può solamente piangere una pena che non ha confine, possa portare ai propri cari un manto di caldo. Aiutate questa gente, Santissimo Padre, aiutateci e Iddio, Iddio grande e buono possa compensare l’alto vostro intervento con le grazie che per voi, Santissimo Padre, le nostre anime con tanta sincera e forte preghiera chiedono”.
E’ un documento struggente: quei bambini e quelle donne non torneranno infatti più in Italia. In quegli stessi giorni, 4.500 ebrei venivano accolti in 290 istituti religiosi e conventi di clausura e così sottratti alle persecuzioni dei nazisti e dei fascisti loro collaboratori. Come si vede, il rappresentante della comunità ebraica Panzieri chiede a Papa Pacelli non condanne o pubblici appelli, ma aiuto, interventi umanitari per favorire la liberazione dei prigionieri, etc. Proprio quello che Pio XII ha fatto, anche se nel caso della razzia del ghetto, senza risultato. Cito questo documento solo per mostrare quanto complessa fosse la situazione e come sia necessario evitare conclusioni affrettate nell’esprimere giudizi (ovviamente sulla figura di Pio XII, non sulla fiction).

Appalti, gay, immigrati, sinistra: le bugie del leader Fli dall’A alla Z di Gian Maria De Francesco

Roma «Comprereste un’auto usata da quest’uomo?». Si può rivolgere al democratico Gian­franco Fini la stessa domanda che i democratici Usa posero a Nixon nel 1974. La risposta è articolata. Troppe volte Gian­franco ha cambiato bandiera e opinione, mentito, taciuto, bri­gato perché si possa dargli cre­dito. No, un’auto usata non si può comperare e nemmeno un appartamento a Montecar­lo perché l’ha già venduto.
Appalti. «Bisogna cambiare le regole per gli appalti in modo da garantire legalità e traspa­renza ». Come dar torto a Fini? Peccato che l’ottimo presiden­te della Camera abbia fatto ot­tenere alla suocera un contrat­to in Rai ( cioè un appalto)inge­rendo direttamente nell’azien­da e che abbia procurato an­che qualche minuscolo affare al «cognatino» per il quale ave­va cercato un «minimo garanti­to » pur se non iscritto all’albo fornitori Rai.
Casini-Crisi. «È impensabile im­maginare che l’Udc arrivi gau­dente » a sostenere la maggio­ranza, il premier deve «aprire la crisi» ed «evitare una logica mercantile». È la contraddizio­g ne più evidente: Fini rinfaccia a Berlusconi di volerlo sostitui­re coi centristi, ma è il primo a voler mercanteggiare un go­vernicchio pur di archiviare il Cavaliere.
Etica. «Credo che questo deca­dimento morale sia la conse­guenza della perdita di decoro e ri gore di quelli che sono i comportamenti di chi è chia­mato a essere di esempio», ha rimarcato il presidente della Camera riferendosi al caso-Ru­by. Belle parole ma vuote, so­prattutto, se a pronunciarle è colui che ha svenduto un ap­partamento di Montecarlo di proprietà del suo partito a una società off­shore che fa indiret­tamente riferimento al «cogna­to Giancarlo Tulliani. E che continua imperterrito a resta­re sullo scranno più alto di Montecitorio nonostante sia acclarata l’illiceità del compor­tamento.
Falchi & Colombe. «Non ci sono falchi e colombe», ha ripetuto ieri.I fatti lo smentiscono. Il po­vero ministro Ronchi s’è sgola­to a rivendicare «quanto di buono ha fatto il governo» e a sottolineare che «bisogna raf­forzare il bipolarismo». Per «duri» Briguglio, Bocchino & C bisogna «cogliere l’attimo» per uccidere politicamente il Cav. No, non ci sono falchi e colombe. Sarà stato per qual­che altro motivo che qualche giorno fa Granata e Moffa so­no venuti alle mani durante un pranzo.
Gay. «Rispettare la persona vuol dire che non si possono di­stinguere etero e omossessua­li ». Ormai gli italiani lo sanno Fini combatte a favore dei dirit­ti della comunità gay. Quello stesso Fini che nel 1998 aveva affermato che «un omosessua­le dichiarato non può fare il maestro».
Immigrati. «In Europa non c’è movimento politico così arre­trato come mi sembra il Pdl, al­levato alla peggior cultura le­ghista ». Certo, oggi Gianfry è il teorico della cittadinanza bre­ve. Ma quando raccolse l’eredi­tà almirantiana si proponeva come obiettivo «preservare l’identità culturale e razziale dell’Italia» contro un certo «sindacalismo comunista», contro Confindustria e «qual­che prete trafficone».
Intercettazioni. Il governo «non ha preso coscienza delle priorità nell’agenda degli ita­liani, altro che il ddl intercetta­zioni ». Oggi Gianfry è un idolo dei giustizialisti e delle toghe rosse, ma quando con la magi­­stratura ebbero a che fare la ex moglie Daniela Di Sotto e il fe­dele ex portavoce Salvo Sottile nel 2006 il presidente della Ca­mera non fu così leguleio. «Posso capire l’intercettazio­ne di una persona già indaga­ta, ma quando ci sono persone che non c’entrano nulla che hanno solo la colpa di essere mia moglie... È una questione p che riguarda la civiltà di un Pa­ese ». Oggi Fini non è più chia­mato in causa e, quando lo è, fioccano le richieste di archi­viazione dei pm, perciò la rego­l­amentazione delle intercetta­zioni non è più una priorità.
Legge elettorale. «Non c’è pat­to di legislatura se non si ha il coraggio di cancellare una leg­ge elettorale che è una vergo­gna ». Questo è il Fini di Bastia Umbra, ma basta andare indie­tro di cinque anni e si ritrova il vicepremier Fini Gianfranco difenderne la riforma. «La leg­ge elettorale proporzionale ­affermava- è garanzia della di­fesa della sovranità dei cittadi­ni nelle urne perché se cade la maggioranza, si torna subito al voto». L’esatto contrario del semi-ribaltone prospettato al­la convention di Fli.
Personalismo. «Altro che ranco­ri personali. Gli uomini passa­no, le idee restano. Per questo non vi chiederò mai di cantare “Meno male che Gianfranco c’è”». No, il signor Tulliani non fa una politica personali­stica. È contrario al culto della leadership. Anche per questo si è fatto un partito a suo imma­g­ine e somiglianza nel cui sim­bolo più della metà dello spa­zio è occupata dal suo nome.
Regole. «Creare un partito di centrodestra che si caratteriz­zi per un maggiore rispetto del­le regole, delle istituzioni», ha pontificato ieri sul Welt am Sonntag. Certo, un partito co­me An dove tutti i temi erano decisi e stabiliti dal presidente e dove tutti gli «incarichi» dei colonnelli furono azzerati nel 2005 perché sorpresi a critica­re privatamente il gerarca Gianfry.
Sinistra. «Non saremo mai su­balterni alla cultura della sini­stra». Eppure è proprio a sini­stra che ieri Gianfranco ha tro­vato i principali estimatori a cominciare da D’Alema pas­sando per il veltroniano Toni­ni («È un nuovo Lingotto») per finire con Di Pietro che gli chi­e­de di appoggiare una mozione di sfiducia. E pensare che qual­che anno fa bacchettò le inte­merate Udc dicendo che «se una dichiarazione di Casini crea entusiasmo nel centrosi­nistra, forse è sbagliata».
Zattera. «Fli non sarà certo An in piccolo, ma non sarà nem­meno una sorta di zattera del­la Medusa pronta a accogliere naufraghi di ogni stagione. Porte aperte a tutti esclusi affa­risti e carrieristi ». Quando si di­c­e predicar bene e razzolar ma­le. In Parlamento Fli ha accol­to tra i suoi ranghi Giampiero Catone, ex Udc con alle spalle un arresto per associazione a delinquere finalizzata alla truf­fa, mentre tra i consiglieri be­neventani recentemente ar­ruolati ce n’è - a detta della pi­diellina Nunzia De Girolamo­«uno condannato per insol­venza fraudolenta, uno con una serie di rinvii a giudizio e uno che ha illuso un sacco di lavoratori con una fabbrica che era un bluff». Ma, per favo­re, non chiamatela «zattera della Medusa».

sabato 6 novembre 2010

Elezioni Brasile: la “cattolica” Rousseff vince e sigla il “no” all’aborto.

Cattolico non è chi dice di esserlo, ma chi si comporta e vive coerentemente da cattolico. Per questo manteniamo le virgolette nel titolo. Vedremo se la Rousseff manterrà fede alle sue dichiarazioni pubbliche (ad esempio del 14/05/10 riprese da Folha.com)http://www1.folha.uol.com.br/folha/brasil/ult96u735207.shtml e non si farà tentare e ricattare dalle lobby abortiste e omosessuali. E’ lei infatti la vincitrice delle elezioni brasiliane. Dilma Rousseff è uscita trionfante dopo una campagna elettorale molto accesa, in cui si è parlato tantissimo di bioetica e sopratutto di aborto. Il suo avverario è stato il leader del centrodestra José Serra, che l’ha accusata di aver in precedenza di essersi dimostrata favorevole alla depenalizzazione dell’aborto. Così la Rousseffhttp://en.wikipedia.org/wiki/Dilma_Rousseff#Personal_life ha dovuto ricordare a tutti il suo cattolicesimo e ha messo nero su bianco la sua promessa di non presentare nessuna legge che legalizzi l’aborto o il matrimonio tra omosessuali: «Se sarò eletta presidente della Repubblica – si è impegnata per iscritto davanti ai cristiani di tutto il Brasile – non prenderò iniziative per modificare l’attuale legislazione che vieta l’aborto e protegge la famiglia». Ma Serra l’ha subito accusata di puro opportunismo. Che si tratti di scelta opportunistica -commente Avvenirehttp://www.avvenire.it/Mondo/aborto+brasile+referendum_201010300746137600000.htm- «oppure di legittima difesa nei confronti di chi, in piena campagna elettorale, ha ripescato vecchie dichiarazioni della Rousseff per metterla in imbarazzo, il documento siglato dalla candidata del centrosinistra rappresenta comunque il segno di una grande novità: mai in una campagna elettorale per la presidenza del Brasile, i temi etici hanno avuto tanto peso. Una conferma è venuta dal discorso che il Papa ha pronunciato giovedì, in cui ha richiamato l’importanza di sostenere e votare i politici che difendono la vita».
Serra, da devoto cattolico, si è fatto riprendere mentre baciava l’effigie di Benedetto XVI, mentre Lula ha commentato che il Pontefice ha solo confermato una posizione che la Chiesa «afferma da duemila anni».
Paulo Mora, politologo presso l’Università di Porto Alegre, ha invece spiegato che «le denunce di corruzione e le polemiche sull’aborto e sul matrimonio gay hanno avuto un peso determinante. I temi etici hanno tolto voti a Dilma in favore della terza classificata, l’ambientalista Marina Silva che, con il suo profilo di evangelica convinta, ha attratto il voto delle persone più attente alle questioni valoriali».

Elezioni USA: grande successo dei “pro-life”.

Così come era previsto, i Repubblicani escono vincitori dalle elezioni americane di Medio Termine. ll controllo della Camera è passata ai Repubblicani pro-life. L’ala destra si è comunque generalmente e notevolmente rinforzata, anche con due senatori del Tea Party eletti in Kentucky e Florida. Il presidente Obama ha già chiamato il cattolico pro-life John Boehnerhttp://en.wikipedia.org/wiki/John_Boehner, il leader della nuova maggioranza repubblicana alla Camera, per complimentarsi con lui e per «discutere di come lavorare insieme per concentrarsi sulle principali priorità degli americani». Obama ha chiamato anche Mitch McConnell, capogruppo repubblicano al Senato. Boehner, è un paladino assolutamente affidabile del pro-life (a questo linkhttp://www.ontheissues.org/OH/John_Boehner_Abortion.htm è possibile visionare quel che ha fatto finora per difendere i bambini non ancora nati). Nel Wisconsin, il candidato pro-life Ron Johnson ha sconfitto il senatore democratico Russ Feingold, promotore dell’aborto per decenni. Allo stesso modo è andata in Pennsylvania, dove Pat Toomey ha sconfitto l’abortista Joe Sestak. La musica non cambia in Arkansas, Indiana, North Dakota, Florida, Missouri, New Hampshire, Kentucky, Ohio, Louisiana, Nevada, Kansas, New Mexico, Texas e Arizona (già Repubblicana) e Georgia (da LifeNews1http://www.lifenews.com/2010/11/02/nat-6818/ e LifeNews2http://www.lifenews.com/2010/11/03/state-5639/). La vittoria nel Iowa è fra le più gustose, infatti il candidato sconfitto, Chet Culver, è un leader della Planned Parenthood (importante lobby abortista). Candidati pro-life sono stati eletti, anche grazie a molti Democratici pro-life, anche in Oklahoma e South Carolina. Marjorie Dannenfelser, il capo della lista Susan B. Anthony, ha dichiarato che ora il potenziale per promuovere un grande cambiamento a favore della vita nel prossimo Congresso. Ha poi aggiunto che «abbiamo approvato un numero record di donne pro-vita ai massimi livelli di governo tra cui il Senato degli Stati Uniti. I sostenitori dell’aborto hanno ora paura e sono preoccupati perché il popolo americano ha mandato all’aria i loro piani per promuovere più aborti a spese dei contribuenti» (da LifeNews)http://www.lifenews.com/2010/11/02/nat-6812/.

Indagine Gallup: le persone molto religiose godono di maggior benessere.

Il cavallo di battaglia degli atei invasati moderni è che “la religione avvelena ogni cosa” (vedi Hitchens, Dawkins, Dennet, Harris…). Eppure, indipendente dal fatto di chi sia realmente nel “giusto” tra atei e credenti, una nuova analisi sociologica dimostra ancora una volta che gli americani molto religiosi hanno livelli più elevati di benessere rispetto a chi è meno religioso e a chi non lo è affatto. L’analisi si è basata su oltre 550.000 interviste, condotte nel corso dell’ultimo anno dagli esperti del Galluphttp://www.gallup.com/poll/144080/religious-americans-enjoy-higher-wellbeing.aspx, noto centro di indagini statistiche americane. Sul loro sito internet è anche specificato che questa è il primo di una serie di articoli sul feeling tra benessere psicofisico e religiosità. I dati dimostrano, si legge ancora sul sito, che «gli americani molto religiosi hanno un maggiore benessere rispetto a coloro che sono meno religiosi». Sono stati valutati diversi fattori, che vanno dalla salute fisica ed emotiva all’auto-valutazione della vita, fino alle percezioni dell’ambiente di lavoro. «Questo studio non consente una determinazione precisa del perché di questi dati. E’ possibile che gli americani che hanno un maggiore benessere possono essere più inclini a scegliere di essere religiosi rispetto a quelli con minore benessere. E’ anche possibile che la relgiosità,  intesa come vita attiva di fee e partecipazione ai servizi religiosi, a sua volta porti ad un maggiore livello di benessere personale». L’esperto del Gallup, Frank Newport, ha suggerito ironicamente alla CNN: «Ora abbiamo la soluzione alla crisi sanitaria. Se siamo interessati a ridurre i costi di assistenza sanitaria in America, dobbiamo aumentare la prevalenza di religione». I risultati sono pienamente in linea con precedenti indagini, ad esempio quella pubblicata su ScienceDailyhttp://antiuaar.wordpress.com/2010/10/04/ricercatori-americani-le-persone-religiose-godono-di-migliore-salute/ il 4/10/10

Vittoria dei vigili del fuoco di San Diego contro la lobby omosessuale.

Alla fine ci sono riusciti. I vigili del fuoco di San Diego (California) hanno ottenuto dal tribunale il riconoscimento del diritto di rifiutarsi di partecipare al Gay Pride Day. I Vigili del Fuoco della città sono stati infatti costretti nel 2007 a partecipare all’eccentrica manifestazione (definita da molti: “la fiera del nulla”), «assistendo a scene oscene e sessualmente volgari». Uno degli avvocati, Joseph Infranco, che ha difeso il corpo dei Vigili del Fuoco, si è espresso dicendo: «Speriamo che con questa vittoria, si fermino i tentativi per costringere la gente a partecipare ad atti di esibizione sessuale, contro la propria morale personale». Lo riporta il notiziario spagnolo, ReligionEnLibertadhttp://www.religionenlibertad.com/articulo.asp?idarticulo=11554.

D’Alema, la Finocchiaro e Franceschini in Vaticano contro il laicismo.

«L’Italia è oggi un Paese smarrito e diviso. La Chiesa può dare un grande contributo di coesione e di speranza. Anche di fronte a questo involgarimento dell’etica pubblica non dirò mai: non ingerite. Al contrario, ingerite! Se non ora, quando?». Queste le parole dell’ateo Massimo D’alema che qualche giorno fa ha pronunciato al termine di un’intenso confronto con mons. Rino Fisichella nell’auditorium di S. Pio V, davanti a folta platea, con cardinali e dirigenti del Pd in prima fila. Si è parlato per due ore di Europa cristiana, della crisi culturale e di senso del Continente, di fede e ragione, del cristianesimo come fondamento dei valori di uguaglianza e della stessa idea democratica. La platea, continua Il Messaggerohttp://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=33714&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=, ha mostrato di apprezzare l’affondo di D’Alema. L’evento, svoltosi a due passi dal Vaticano, è nato da un volume titolato «Europa cristiana», pubblicato da Italianieuropei (la rivista della Fondazione di D’Alema), che -continua il quotidiano- «ha messo a confronto la cultura della sinistra con il magistero di Papa Ratzinger, superando pregiudizi e soprattutto una diffusa pigrizia che limita le analisi ai Papi precedenti». La delegazione del PD comprendeva anche Anna Finocchiaro e Dario Franceshini. Mons. Fisichella ha ricordato che «L’Europa nasce con il cristianesimo e negare le radici cristiane distrugge l’identità europea», mentre D’Alema ha proseguito dicendo che «l’importanza del magistero di Benedetto XVI sta nella costruzione esigente di un’alleanza tra fede e ragione, tra fede e mondo moderno». Si è poi opposto al «laicismo», proponendo «un’idea inclusiva della laicità», in cui le religioni sono parti essenziale del «confronto pubblico» e contribuiscono «ad una visione condivisa di bene comune».