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lunedì 8 novembre 2010

Carità, la richiesta di aiuto degli ebrei a Pio XII!

Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha criticato aspramente la fiction “Sotto il cielo di Roma”, dedicata al terribile inverno del 1943, all’occupazione tedesca della capitale, all’orribile razzia nel ghetto ebraico e al ruolo di Papa Pacelli. Di Segni, intervistato dal mensile “Shalom”, ha definito la fiction “una patacca propagandistica, un’opera apologetica”, giudicandola “carente, piena di errori e imprecisioni”, e “assolutoria su scelte, vicende e silenzi del papato di Pio XII che sono ancora oggetto di studi e che ancora attendono di essere vagliate alla luce dei documenti non ancora resi pubblici dagli archivi vaticani”. A proposito di documenti, ne segnalo uno, reso noto nei volumi di Actes et Documents du Saint Siege relativi alla Seconda Guerra mondiale. Si tratta dell’appello inviato a Pio XII il 27 ottobre 1943, 11 giorni dopo la razzia del ghetto, dal rabbino David Panzieri, che aveva sostituito Israel Zolli. Questo è il testo del messaggio:
“È a nome dell’intera comunità israelitica di Roma, che ci permettiamo rivolgere al Santissimo Padre la più ardente preghiera affinché dall’altissimo seggio possa degnare migliaia di anime, sofferenti il dramma più grande che la forza del male abbia concepito su questa terra, con il Suo paterno intervento, commuovere chi per fini troppo solamente terreni, compl il ratto, che mortificherà per millenni il genere umano, e possa dal paterno suggerimento, comprendere che per gli stessi fini terreni, il ritorno delle vittime alle loro famiglie, potrà solo essere mezzo umano per elevare a Dio la richiesta per l’attuazione di aspirazioni terrene. Qualora si osi rifiutare al supremo suggerimento del Santissimo Padre, che almeno si permetta ai famigliari oppressi in una vita di dolore che nessun tempo conobbe, di poter inviare a questi martiri i loro indumenti. Bambini lattanti, bambini nei primi anni della vita, tante e tante donne e molte con nuove vite nel seno, vecchi e vecchie, vennero presi dai loro letti con indumenti succinti e rispondenti al termine di un’estate. L’inverno ha il suo inizio, Santissimo Padre, che almeno lo strazio, dramma di tanta gente che può solamente piangere una pena che non ha confine, possa portare ai propri cari un manto di caldo. Aiutate questa gente, Santissimo Padre, aiutateci e Iddio, Iddio grande e buono possa compensare l’alto vostro intervento con le grazie che per voi, Santissimo Padre, le nostre anime con tanta sincera e forte preghiera chiedono”.
E’ un documento struggente: quei bambini e quelle donne non torneranno infatti più in Italia. In quegli stessi giorni, 4.500 ebrei venivano accolti in 290 istituti religiosi e conventi di clausura e così sottratti alle persecuzioni dei nazisti e dei fascisti loro collaboratori. Come si vede, il rappresentante della comunità ebraica Panzieri chiede a Papa Pacelli non condanne o pubblici appelli, ma aiuto, interventi umanitari per favorire la liberazione dei prigionieri, etc. Proprio quello che Pio XII ha fatto, anche se nel caso della razzia del ghetto, senza risultato. Cito questo documento solo per mostrare quanto complessa fosse la situazione e come sia necessario evitare conclusioni affrettate nell’esprimere giudizi (ovviamente sulla figura di Pio XII, non sulla fiction).

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