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mercoledì 16 febbraio 2011

Crimini dell'ateismo in Romania

Crimini dell'ateismo in Romania

Persecuzioni del comunismo ateo al cristianesimo
Non si può scindere l'ideologia comunista con l'ideologia atea.

Non si può non rilevare che i più grandi dittatori e usurpatori della storia furono tutti atei e anti-cristiani: Stalin, Pol Pot , Tito, Mao, Hoxtha, Milosevic, Nicolae Ceausesco ecc... Verificate voi stessi cliccando sul link che vi porterà alla loro biografia su Wikipedia (guardate la tabella riassuntiva sulla destra sotto la foto).

Non si può neanche non denunciare che la persecuzione ai cristiani era prassi comune nelle dittature comuniste e atee (come è riportato anche su Wikipedia).

Lo dimosta il fatto che nelle peggiori dittature dell'ultimo secolo l'ateismo era la religione di Stato (e lo è ancora nella terribile e disumana Cina, a Laos, in Corea del Nord e in Vietnam).
E' tutto ampiamente dimostrato in questo articolo: nelle dittature comuniste c'era l'ateismo di Stato.


Quel che avvenne nel carcere di Pitesti
Fra il 1949 e il 1952 nel carcere speciale di Pitesti, in Romania, a nord di Bucarest, sono avvenuti dei fatti ben oltre i Gulag sovietici e nazisti. Quel che accadde nel carcere di Pitesti fu l’apice dell’orrore del comunismo, l’orrore del totalitarismo, l'orrore dell'ateismo.

Il regime comunista cercò, al fine di creare l'uomo nuovo, di azzerare l’anima dei prigionieri: intellettuali, borghesi, religiosi e sopratutto studenti universitari. Lo strumento utilizzato erano le torture continue, giorno e notte, senza pausa.

La documentazione è anche raccolta nel libro in uscita in questi mesi: Musica per lupi da Dario Fertilio, giornalista del Corriere della Sera.

Il giornalista racconta a Il Giornale alcune orribili torture:
"pestaggi per mezzo di fruste, cinture, lance; sospensioni al soffitto con pesi da 40 chili per ore e giorni consecutivi; rottura delle dita delle mani e dei piedi; nutrizioni forzate a base di sale con divieto di bere; cozzi procurati delle teste, al modo delle incornate tra cervi; bruciature delle piante dei piedi; percosse alle tibie per mezzo di barre metalliche; costrizione a leccare il contenuto delle latrine; partecipazione obbligatoria a torture collettive, induzione a commettere reciprocamente atti di sodomia; sospensioni al soffitto per le ascelle con zaini sulla schiena carichi di pietre; schiacciamento sotto il peso di corpi, varianti fra il numero di quindici e diciassette; sbattimento di crani contro cemento o pareti delle celle; costrizione a dormire in posizioni fisse; perforazione delle piante dei piedi per mezzo di aghi; posizioni obbligate contro il muro, puntando l’uno o l’altro piede, per la durata di tutta la notte; ordine di produrre masse fecali dove successivamente si depongono gli alimenti; induzione a orinare nelle bocche dei compagni; disposizioni di mangiare direttamente dalle gavette cibo bollente, a quattro zampe e senza ricorrere alle mani; immersioni prolungate delle teste nei buglioli; percosse alle casse toraciche sino alla frattura delle costole, ecc...". (link all'articolo del 16/3/10)

Lo scopo era annientare le anime dei reclusi di Pitesti: la famiglia, i genitori, il proprio passato non solo dovevano essere rinnegati appunto a seguito della tortura che durava giorno e notte, ma si doveva arrivare a un livello per cui si accusavano i propri genitori, i propri figli, la propria moglie delle peggiori nefandezze.


Per i religiosi non era finita qui.
I religiosi inoltre dovevano partecipare alla processione in cui a Gesù e Maria vengono rivolti insulti irripetibili e ricevere l’eucaristia intingendo il pane nell’urina. Così si arriva al paradosso che il torturato stesso cerchi Eugen Turcanu al fine di denunciare il proprio passato, rivelare di aver compiuto o pensato le cose più inimmaginabili. Il tutto in un’atmosfera che sconfina addirittura in un misticismo folle e il blasfemo.

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