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mercoledì 30 giugno 2010

A proposito del Vangelo di Giuda

Il 7 aprile è stato presentato a Washington con grande apparato pubblicitario il manoscritto (= ms) copto di cui si parlava non senza polemiche da qualche tempo. I visitatori del National Geographic Museum hanno potuto vedere sette pagine del codice. Le polemiche riguardavano le peripezie attraverso le quali il ms è uscito dall’Egitto passando per diverse contrattazioni fino ad approdare in Svizzera e l’interpretazione del manoscritto stesso. Stando alle informazioni fin qui fornite si tratta di un codice di 66 pagine contenente: Prima Apocalisse di Giacomo; Lettera di Pietro a Filippo; frammento di testo chiamato provvisoriamente Libro di Allogenes, eresiarca del terzo sec. d. C.; Vangelo di Giuda.

Per ragioni facilmente intuibili attenzione e curiosità mediatiche sono puntate su quet’ultimo testo apocrifo, di cui il ms costituisce la prima copia conosciuta in assoluto.
La polemica è tra lo studioso americano dei manoscritti di Nag Hammadi James M. Robinson e il gruppo che ha curato la pubblicazione del ms in due libri: Lost Gospel Revealed: The Quest for the Gospel of Judas (Vangelo perduto ritrovato: la ricerca del Vangelo di Giuda) e The Gospel of Judas (Il Vangelo di Giuda) .
Non disponendo ancora dei due libri e non conoscendo personalmente il testo del ms, da quanto è stato comunicato il testo contiene il libro apocrifo intitolato Vangelo di Giuda. L’esistenza di detto Vangelo apocrifo è nota. Per citare un solo esempio si veda la scheda di Mario Erbetta in Gli apocrifi del Nuovo Testastamento. Vangeli I/1, Marietti, Torino 1975, p. 291 o di altri autori in raccolghe analoghe di libri apocrifi.

Ireneo di Lione, che è il primo a parlarne, riferisce che alcuni gnostici, oltre ad alcuni scritti di loro invenzione, possedevano anche un Vangelo di Giuda, il traditore (Euaggelion Iouda, Iudae evangelium; Adv. haer. I 31, 1). Le notizie di Ireneo si ritrovano in Epifanio di Salamina (Pan. XXXVIII 1, 5) e Teodoreto di Ciro (Haeret. fab. compendium I 15; PG 83, 368B).

Questi gnostici appartenevano alla setta chiamata “Cainiti” ed erano affini agli “gnostici” propriamente detti di Epifanio, nicolaiti, ofiti, sethiani e carpocraziani.
Circa il contenuto del cosiddetto Vangelo di Giuda finora gli studiosi cercavano di dedurlo, con molte riserve, dai lineamenti generali dalla dottrina dei “Cainiti”. Si riteneva possibile che esso contenesse un racconto della passione di Gesù, dove il tradimento di Giuda era descritto (e giustificato) come un mezzo per procurare la salvezza universale. In questo modo Giuda avrebbe impedito che la verità fosse rovinata (da Gesù Cristo) o che il disegno delle cattive potenze (gli arconti) andasse in porto. Gli arconti volevano impedire la crocifissione, per evitare che in questo modo gli uomini, sottratti allo loro potenza, raggiungessero la salvezza. Epifanio (Pan. XXXVIII 3, 3-5) e lo Pseudo-Tertulliano (Adv. omn. haer. 2) accennano a due gruppi di “Cainiti”, concordi nell’onorare Giuda ma divisi nella valutazione del significato della persona di Gesù, da alcuni svalutata.

Anche sulla dottrina del Vangelo di Giuda gli studiosi fin qui hanno avanzato solo qualche supposizione. È confermata l’opinione degli studiosi che l’apocrifo si presentava quale dottrina “segreta” esposta da Giuda come insegnamento ricevuto per rivelazione e gnosi superiore e perfetta. Doveva avere un carattere licenzioso sul piano morale e fortemente contrario alla Legge (se giungeva a giustificare il tradimento di Giuda e il fratricidio di Caino). La data di composizione dell’apocrifo, data la notizia di Ireneo, deve precedere il 180. Gli specialisti pensano al 150. Quanto al ms che ora viene fatto conoscere, si dice che può risalire al terzo o quarto secolo e si tratterebbe di testo tradotto dal greco.

Non si vede come essa la pubblicazione di questo testo possa “riaprire il dibattito e le ricerche sul cristianesimo delle origini”. Semmai potrà contribuire a far conoscere qualche dettaglio sullo sviluppo di gruppi gnostici. Se, come è stato detto, nel ms si leggono espressioni quali: “Allontanati dagli altri e ti dirò i misteri del regno… tu supererai gli altri, perché sacrificherai la parte umana di me”, viene da esclamare: più gnostico di così! È noto infatti che un pilastro della gnosi era proprio il disprezzo della materia e la segretezza della dottrina ne costituiva un secondo.

Gli editori del ms parlano di “nuova luce” sulla figura di Giuda. Se ci si riferisce al fatto che Giuda venga scagionato dalla responsabilità del tradimento, non si tratta di cosa nuova. Certamente la figura di Giuda e il suo il ruolo nella morte di Gesù costituivano un problema anche per la comunità apostolica. Nel Vangelo secondo Giovanni Gesù prega: “Quand’ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi. Nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura” (Gv 17,12). Questo però non implica nessuna connotazione di fatalismo o predestinazionismo.
Giuda si è consegnato al maligno liberamente rimanendo responsabile del suo terribile atto di tradimento del Maestro, anche se la Chiesa non si è mai pronuciata sulla sua sorte finale. Riguardo alla morte di Gesù il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda la “complessità storica del processo di Gesù espressa nei racconti evangelici” e aggiunge che “quale possa essere il peccato personale dei protagonisti del processo (Giuda, il Sinedrio, Pilato), Dio solo [lo] conosce” (n. 597). Quanto poi alla dottrina apostolica della morte redentrice di Cristo nel disegno divino di salvezza precisa: “La morte violenta di Gesù non è stata frutto del caso in un concorso sfavorevole di circostanze. essa appartiene al mistero del disegno di Dio, come spiega san Pietro agli Ebrei di Gerusalemme fin dal suo primo discorso di Pentecoste: «Egli fu consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio» (At 2,23). Questo linguaggio biblico non significa che quelli che hanno «consegnato» Gesù (At 3,13) siano stati esecutori passivi di un vicenda scritta in precedenza da Dio” (CCC n. 599).

Lo stesso vale per “qualche eventuale riflesso sulla dottrina”, sui quali gli editori finora non hanno detto nulla di preciso, stando ai dispacci di agenzie di stampa. Se il ms risale ai “Cainiti”, è possibile che il testo contenga qualche informazione sul rito sessuale praticato dalla setta per raggiungere la gnosi perfetta. La formula che accompagnava tale rito è riportata da Ireneo il quale riferisce che questi eretici ritenevano che “in ciascuno dei peccati o delle turpi azioni è presente un angelo e mentre le compie osa attribuire a lui le azioni audaci e impure e ciò che è in quell’azione lo esprimono con il nome dell’angelo dicendo: «O angelo, io abuso dell’opera tua; o Potenza, io compio la tua operazione!» E la scienza perfetta consiste apppunto nell’intraprendere senza timore azioni tali, che non è lecito neanche nominare” (Adv haer. I, 31, 2).

Giovanni Claudio Bottini

Links correlati: National Geographic
 
 


La verità sul “Vangelo di Giuda”
tratto da  Zenit.org
Intervista a padre Thomas Williams, docente di Teologia Morale
La National Geographic Society ha annunciato di voler pubblicare [...] una traduzione in italiano di un antico testo identificato come il “Vangelo di Giuda”.

Il manoscritto di 31 pagine in lingua copta, esposto per la prima volta a Ginevra nel 1983, sarebbe stato tradotto solo ora.

ZENIT ha chiesto al sacerdote legionario Thomas D. Williams, Decano della Facoltà di Teologia dell’Università Regina Apostolorum di Roma, di commentare l’importanza di questa scoperta.

Cosa è il “Vangelo di Giuda”?

Padre Williams: Il manoscritto, che deve essere ancora autenticato, probabilmente risale al IV o V secolo, ed è una copia di un documento più antico, composto nell’ambito della setta gnostica dei cainiti [nome che deriva da Caino].

Il documento descrive Giuda Iscariota sotto una luce positiva, narrando come egli avesse obbedito ad un comando divino di consegnare Gesù alle autorità, per la salvezza del mondo.

Potrebbe ben essere una copia del “Vangelo di Giuda” a cui si riferisce Sant’Ireneo di Lione nel suo lavoro “Contro le Eresie”, scritto verso il 180 d.C.

Qualora questo documento si rivelasse autentico, quali questioni porrebbe rispetto alla tradizionale fede cristiana? Sarà in grado di “scuotere il Cristianesimo nelle sue fondamenta” come ipotizzato da alcuni commenti di stampa?

Padre Williams: Sicuramente no. I vangeli gnostici, di cui ne esistono diverse versioni oltre a questa, non sono documenti cristiani in sé, poiché hanno origine da una setta sincretista che incorporava elementi tratti da diverse religioni tra cui anche il Cristianesimo.

La comunità cristiana ha rifiutato questi documenti sin dal primo momento in cui sono apparsi, per via della loro incompatibilità con la fede cristiana.

Il “Vangelo di Giuda” rientrerebbe tra questi documenti, pur mantenendo un grande valore storico, per il contributo che sarà in grado di dare alla nostra conoscenza del movimento gnostico. Ma esso non pone in alcun modo in questione il Cristianesimo.

È vero che la Chiesa ha tentato di nascondere questo testo e altri testi apocrifi?

Padre Williams: Questi sono miti fatti circolare da Dan Brown e altri teorici della cospirazione.

Basta andare in qualsiasi libreria cattolica per trovare una copia dei vangeli gnostici. I cristiani possono non ritenerne vero il contenuto, ma non vi è alcun tentativo di nasconderli.

Ma un antico documento di questo tipo non può porsi in concorrenza rispetto alle fonti cristiane tradizionali come i quattro Vangeli canonici?

Padre Williams: Non dimentichiamo che lo gnosticismo è nato nella metà del secondo secolo e che il “Vangelo di Giuda”, se autentico, probabilmente risale alla seconda metà di quel secolo.

Per dare una prospettiva storica alla questione, sarebbe come se lei o io scrivessimo oggi un testo sulla Guerra civile americana, che poi venisse successivamente utilizzato come fonte storiografica primaria. Il testo non può essere stato scritto da testimoni oculari, come invece è avvenuto per almeno due dei Vangeli canonici.

Per quale motivo gli esponenti del movimento gnostico sarebbero stati interessati alla figura di Giuda?

Padre Williams: Una delle maggiori differenze tra il credo gnostico e quello cristiano riguarda l’origine del male nell’universo.

I cristiani credono in un Dio buono che ha creato un mondo buono, e che, a causa del cattivo uso del libero arbitrio, il peccato e la corruzione siano entrati nel mondo, portando con sé disordine e sofferenza.

Gli gnostici invece accusano Dio per il male presente nel mondo e imputano a lui la responsabilità di aver creato il mondo in questa forma disordinata e imperfetta. Di conseguenza rivalutano figure dell’Antico Testamento come Caino che ha ucciso il fratello Abele, e Esau, il fratello più grande di Giacobbe, che ha venduto la sua primogenitura per un piatto di lenticchie.

Giuda rientra perfettamente nei canoni gnostici perché mostra un Dio che vuole introdurre il male nel mondo.

Ma il tradimento di Giuda non era una parte necessaria del piano di Dio, come questo testo lascia ad intendere?

Padre Williams: Dio, essendo onnisciente, sa benissimo quali scelte noi faremo ed è in grado di intrecciare anche le nostre decisioni sbagliate nel suo piano provvidenziale per il mondo.

Nel suo ultimo libro, il Papa Giovanni Paolo II eloquentemente riflette su come Dio continui a far emergere il bene persino nell’ambito del peggior male di cui l’uomo possa essere capace.

Questo non significa, tuttavia, che Dio voglia farci del male, o che egli abbia voluto che Giuda tradisse Gesù. Se non fosse stato Giuda sarebbe stato qualcun altro. Le autorità avevano già deciso di mettere Gesù a morte ed era solo questione di tempo.

Qual è la posizione della Chiesa su Giuda? È possibile “riabilitarlo”?

Padre Williams: La Chiesa cattolica ha la facoltà, attraverso un procedimento di canonizzazione, di dichiarare la santità di talune persone. Ma non ha un analogo procedimento per dichiarare che altre persone siano state condannate.

Storicamente, molti hanno ritenuto che Giuda si trovi probabilmente nell’inferno, sulla base della grave accusa formulata da Gesù: “Sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato” (Mt 26, 24). Ma persino queste parole non offrono una prova definitiva sul suo destino.

Nel suo libro del 1994, “Varcare la soglia della speranza”, il Papa Giovanni Paolo II ha scritto che questa dichiarazione di Gesù “non può essere intesa con sicurezza nel senso dell’eterna dannazione”.

Ma se c’è qualcuno che si merita l’inferno non è proprio Giuda?

Padre Williams: Certamente molte persone si meritano l’inferno, ma non dobbiamo mai dimenticare che la misericordia di Dio è infinitamente più grande della nostra malvagità.

Pietro e Giuda, ad esempio, hanno commesso azioni colpevoli molto simili: Pietro ha rinnegato Gesù tre volte e Giuda lo ha tradito. Eppure ora Pietro viene venerato come santo e Giuda semplicemente come il traditore.

La principale differenza tra i due non è la natura o la gravità del loro peccato, ma la loro disponibilità ad accettare il perdono di Dio. Pietro ha pianto per i suoi peccati, è tornato da Gesù ed è stato perdonato. Il Vangelo racconta invece che Giuda si è impiccato preso dalla disperazione.

Perché il “Vangelo di Giuda” sta suscitando tanto interesse?

Padre Williams: Simili teorie relative a Giuda non sono certamente una novità.

Basti pensare al musical del 1973 “Jesus Christ Superstar”, in cui Giuda canta dicendo di non aver pensato affatto al compenso e di non essere arrivato a quel punto per sua spontanea volontà, o al romanzo di Taylor Caldwell, del 1977, “Io, Giuda”.

L’enorme successo del “Codice da Vinci” ha sicuramente risollevato il polverone ed ha fornito l’incentivo economico per riproporre teorie di questo tipo.

Michael Baigent, autore del libro “Holy Blood, Holy Grail”, ha di recente pubblicato un libro dal titolo “The Jesus Papers” (I testi su Gesù) che ricicla la vecchia storia che Gesù sia sopravvissuto alla crocifissione.

E un recente studio “scientifico”, riguardo al racconto evangelico di Gesù che cammina sulle acque, afferma che le condizioni meteorologiche avrebbero potuto essere tali per cui Gesù abbia in realtà camminato sul ghiaccio.

In definitiva, per coloro che rifiutano a priori la possibilità dell’esistenza dei miracoli, qualsiasi teoria, per quanto stravagante, è in grado di sconfessare le convinzioni cristiane.

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