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giovedì 20 gennaio 2011

Se Ruby vale più di Yara di Giuseppe Del Giudice

Se Ruby vale più di Yara…



 di Giuseppe Del Giudice
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Il “Caso Ruby” mostra la miseria in cui è degenerato il sistema mediatico-giudiziario che condiziona il Paese da quasi vent’anni. E l’ipocrisia di chi senza averne titolo si erge a censore dell’altrui moralità. Soprattutto quando in gioco ci sono la Sicurezza e la Giustizia.
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Mettiamo in fila il “Caso Ruby” ed il “Caso Yara”. Cosa c’entra, dirà qualcuno. C’entra eccome, e non solo perchè stiamo parlando di due minorenni. C’entra perchè sono entrambi lo specchio del cortocircuito mediatico-giudiziario di cui il Paese è vittima da oltre vent’anni. La cronaca nera oramai ha occupato, giusto o sbagliato che sia, i palinsesti televisivi di qualsiasi fascia oraria ed anche le pagine dei grandi quotidiani.

C’è una parte del Paese che denuncia la morbosità degli speciali sul delitto di Avetrana o della scomparsa di Brembate. E’ solo un modo che il “Regime” utilizza per non parlare dei problemi veri del Paese, tuonano le solite anime belle e progressiste. Può essere. Ma di cosa si occupano i grandi esponenti dell’informazione illuminata da un paio di anni a questa parte? Di sottane, e nello specifico delle sottane, vere o presunte, del Premier. Questi si che sono i veri problemi del Paese. Meno male che c’è Rai3, Repubblica o Ballarò. Di cosa parlano L’Unità, Annozero, Il Secolo o Primo Piano? Del Golpe in Tunisia, dell’accordo di Mirafiori, del prezzo della benzina o della crisi economica, penserà qualcuno. Infatti.

Sono scelte editoriali. Ogni operatore dei Media ha il diritto di scegliere l’argomento di cui occuparsi. Ci sono l’audience, gli sponsor, le vendite da controllare. Ogni telespettatore e lettore sceglie di leggere ed ascoltare quello che ritiene più giusto. La De Gregorio, la Perina, la Berlinguer, passando dai vari Floris e Travaglio da sempre denunciano il “regime mediatico” che non parla dei problemi veri della gente, mentre da due anni parlano di puttanate. La loro professionalità è tutta qui.

Ma sinceramente non è questa la cosa preoccupante. Lo stesso aspetto visto dal punto di vista delle azioni giudiziarie è addirittura, secondo noi, scandaloso. Scopriamo infatti che da oltre un Mese sono impegnati per la ricerca della ragazza scomparsa a Brembate pochi agenti, i Vigili Urbani del Comune ed i volontari della Protezione Civile più qualche cittadino comune. Si è chiamato qualche pompiere ed un paio di cani per seguire qualche pista e per fare qualche ispezione. Ci sono volute settimane per ottenere pochi tracciati di pochi cellulari.

Nello stesso tempo un esercito di quasi mille tra Magistrati, Poliziotti e Carabinieri era impegnato a pedinare, intercettare e spiare una presunta amante del Premier. Migliaia le intercettazioni telefoniche. Centinaia le persone coinvolte nell’inchiesta.

Tutto ciò si chiama “Obbligatorietà dell’azione penale” oppure anche “Indipendenza della Magistratura”. Insomma, la Legge è Uguale per Tutti, dicono loro. Le alte cariche dello Stato si dichiarano turbate. Beh, lo siamo anche noi, perchè se per degli avvenimenti che turbano l’opinione pubblica si possono schierare uomini e mezzi non a seconda della gravità dell’accaduto ma a seconda dell’identità delle persone coinvolte, e soprattutto a discrezione del Magistrato di turno, c’è qualcosa che non va. E non è l’unico esempio. Se c’erano più uomini e mezzi che assediavano Arcore inseguendo le pruriginose fantasie erotico-politiche della Procura di Milano, rispetto a quanti ne sono stati utilizzati per catturare i Boss della Camorra, qualcuno dovrà spiegarci il perchè.

In uno dei titoli più vergognosi della sua storia L’Unità chiedeva di stare attenti alle proprie bambine. Siamo d’accordo. A cominciare però da una minorenne scomparsa nel nulla, magari.

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