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giovedì 29 aprile 2010

Hezbollah, armi di “pace”

Una notizia buona e una cattiva dal Medio Oriente. La notizia buona è: i negoziati indiretti fra israeliani e palestinesi potrebbero partire nel giro di una o due settimane. Lo confermano i toni ottimistici di un’intervista rilasciata alla Tv israeliana Canale 2 al presidente dell’Autorità Palestinese (Anp), Abu Mazen. Secondo il capo di stato palestinese, l’avvio concreto dei ’proximity talks’ riproposti dall’emissario della Casa Bianca, George Mitchell, è ormai appeso al via libera della Lega Araba. Questa notizia buona è mitigata da alcuni dettagli. Primo: è ancora una previsione. Secondo: si sta parlando di “negoziati indiretti” e molti altri negoziati diretti in passato sono già falliti. Terzo: ad auspicarli è Abu Mazen, un presidente ormai in uscita. E non è ancora chiaro chi sarà il suo successore, né come verrà gestita la successione. Quarto: sia Abu Mazen che i suoi possibili successori del partito Fatah controllano comunque una sola parte della Palestina, la Cisgiordania, mentre Gaza resta saldamente nelle mani di Hamas. Che non pensa nemmeno a un accordo con Israele. La notizia cattiva dal Medio Oriente, invece, è una notizia vecchia, anche se viene annunciata come se fosse una novità: Hezbollah ha rafforzato il suo arsenale grazie agli aiuti di Siria e Iran. Ieri lo ha confermato anche il segretario alla Difesa americano Robert Gates, dopo la denuncia del presidente israeliano Simon Peres e la prima risposta diplomatica degli Usa alla Siria. Hezbollah ha accumulato nelle sue mani ben 40mila razzi (secondo le stime dei servizi di intelligence israeliani) in grado di colpire tutto il Nord di Israele. La denuncia israeliana riguarda la fornitura, più recente, di missili Scud siriani. Entrando in loro possesso, Hezbollah ha battuto un record: è la prima organizzazione terrorista armata di missili balistici tattici. Uno scenario da incubo che, prima di queste settimane, si era visto solo in alcuni film catastrofici: gli Hezbollah sono ora in grado di colpire tutto il territorio israeliano, dal Golan al Mar Rosso. “Siamo arrivati al punto che Hezbollah ha più razzi e missili di molti Stati nel mondo – ha detto Gates - Questo è ovviamente un fattore molto destabilizzante per l’intera regione”. La notizia buona e quella cattiva sono collegate. Dalla morte di Arafat in poi, ogni volta che l’Anp parla di pace, gruppi come Hamas ed Hezbollah, Stati come l’Iran e la Siria, rialzano il livello di conflitto. La distensione voluta da Abu Mazen, dunque, può essere preludio di un nuovo conflitto.

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